"io sono qui per continuare ad imparare"

Una frase, un ringraziamento, un pensiero, una poesia, una nota citazione, una preghiera, una testimonianza che trattano i temi fondamentali della vita (che chiamerò "riflessioni") possono, qualche volta, tracciare un solco positivo nel cuore e in alcuni casi diventare motivo di stimolo, speranza, conforto, sostegno. Se alle mie "riflessioni" aggiungerete le vostre, condivideremo anche con altri qualche prezioso suggerimento, come meditazione sulla realtà del vivere quotidiano.


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giovedì 30 gennaio 2014

Bisogna cercare con il cuore
















Gli uomini coltivano 
5000 rose nello stesso giardino... 
e non trovano quello che cercano... 
e tuttavia
quello che cercano 
potrebbe essere trovato
in una sola rosa... 
Ma gli occhi sono ciechi.

Bisogna cercare col cuore!
dal libro "Il piccolo principe" di Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupéry

mercoledì 29 gennaio 2014

Teatro alla Scala...vuoto...27 gennaio 2014

















Milan l'è on gran Milan! 
Il Teatro alla Scala è vuoto, dentro c'è solo la Filarmonica diretta da Daniel Barenboim che esegue la Marcia funebre (Adagio assai)dalla Terza sinfonia di Ludwig van Beethoven. Il pubblico, come da tradizione quando muore un direttore musicale, è fuori: quasi 10mila persone ascoltano commosse, in piedi, sulla piazza: è l'ultimo saluto che Milano rivolge al maestro Claudio Abbado. 
(R. Bonacina)

Non importa quante volte cadi...


















..un piede avanti l'altro,
un passo alla volta,
non ha importanza quante volte cadi, 
quello che è importante 

e che ti rialzi una volta in più.
Se non credi in te stesso

 non pensare che gli altri 

lo facciano per te. 
Le prove a cui sopravviviamo 


ci rendono più forti.
Nietzsche

Ciò che il denaro non può comperare.

























Vi è una felicità straordinaria nel rendere felici gli altri a discapito delle nostre sofferenze. La pena condivisa riduce a metà il dolore, ma la felicità, una volta condivisa, si ritrova raddoppiata. Se volete sentirvi ricchi, non avete che da contare, tra tutte le cose che possedete, quelle che il denaro non può comperare.

lunedì 27 gennaio 2014

Carpe diem...



Carpe diem

…Quanto è meglio accettare qualunque cosa verrà!
…Breve è il cammino che ci viene concesso.
…Cogli il giorno, fidandoti il meno possibile del domani. 
(Orazio da Odi, I,11)

Testo originale ORAZIO, CARPE DIEM
Che il poeta si sia ispirato ad Alceo non importa; 
questa concezione della vita e del tempo,  giustamente famosa, è legata ad Orazio e alla straordinaria efficacia con cui l’ha espressa.

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Vt melius, quidquid erit, pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum! Sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
aetas. Carpe diem, quam minimum credula postero.


Orazio Odi, I,11
Carpe diem
Tu non domandare - è un male saperlo - 
quale sia l'ultimo giorno che gli dei, 
Leuconoe, hanno dato a te ed a me, 
e non tentare gli oroscopi di Babilonia. 
Quanto è meglio accettare qualunque cosa verrà !
Sia che sia questo inverno
 - che ora stanca il mare Tirreno
 sulle opposte scogliere - 
l'ultimo che Giove ti ha concesso, 
sia che te ne abbia concessi ancora parecchi,
sii saggia,
 filtra il vino e taglia speranze eccessive,
 perché breve è il cammino che ci viene concesso.
Mentre parliamo, 
già sarà fuggito il tempo invidioso : 
cogli il giorno, 
fidandoti il meno possibile del domani .

L'amore vince tutto...


















Omnia vincit amor et nos cedamus amori 
(lett. "L'amore vince tutto, anche noi cediamo all'amore") è una frase latina di Publio Virgilio Marone).

Nel citare questo verso è diffuso anche l'uso della sintassi Amor vincit omnia, ricalcata sulla costruzione della frase in italiano. È invece errata, anche sintatticamente, la lezione Amore vincit omnia.


Nella decima ecloga, in seguito a una delusione amorosa, Gaio Cornelio Gallo professa la sua decisione di abbandonare la poesia elegiaca per quella pastorale ma infine è costretto a riconoscere la supremazia dell'amore che non conosce ostacoli e al cui potere ci si deve sottomettere.
Una citazione di questa frase si trova nel Prologo generale dei Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer in cui la madre priora porta un ciondolo d'oro su cui si trova incisa questa frase. La locuzione è inoltre citata nei Racconti di Edgar Allan Poe.
L'espressione è spesso citata per indicare l'importanza dell'amore come valore e sentimento.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Io sogno lontano...
















"Arriva fino a dove puoi vedere.
 Quando sei lì, 
potrai vedere più lontano".

(Thomas Carlyle)




(foto: Himalayas)

...io arrivo solo ad ammirare la foto poi...
sogno lontano!

martedì 21 gennaio 2014

Santa Vergine Agnese 21 gennaio



In data odierna, 21 gennaio, il Calendario liturgico romano e ambrosiano fanno memoria della SANTA VERGINE AGNESE. 
Patronato: Ragazze
Etimologia: Agnese = pura, casta, dal greco
Emblema: Agnello, Giglio, Palma
L'antico culto presso la Chiesa latina è attestata dalla presenza del suo nome (odierna Preghiere Eucaristica I), accanto a quelli di altre celebri martiri: Lucia, Cecilia, Agata, Anastasia, Perpetua e Felicita.
Nulla sappiamo della famiglia di origine di Sant’Agnese, popolare martire romana. La parola “Agnese”, traduzione dell’aggettivo greco “pura” o “casta”, fu usato forse simbolicamente come soprannome per esplicare le sue qualità. Visse in un periodo in cui era illecito professare pubblicamente la fede cristiana. Secondo il parere di alcuni storici Agnese avrebbe versato il sangue il 21 gennaio di un anno imprecisato, durante la persecuzione di Valeriano (258-260), ma secondo altri, con ogni probabilità ciò sarebbe avvenuto durante la persecuzione dioclezianea nel 304. Durante la persecuzione perpetrata dall’imperatore Diocleziano, infatti, i cristiani furono uccisi così in gran numero tanto da meritare a tale periodo l’appellativo di “era dei martiri” e subirono ogni sorta di tortura.
Anche alla piccola Agnese toccò subire subire una delle tante atroci pene escogitate dai persecutori. La sua leggendaria Passio, falsamente attribuita al milanese Sant’Ambrogio, essendo posteriore al secolo V ha perciò scarsa autorità storica. Della santa vergine si trovano notizie, seppure vaghe e discordanti, nella “Depositio Martyrum” del 336, più antico calendario della Chiesa romana, nel martirologio cartaginese del VI secolo, in “De Virginibus” di Sant’Ambrogio del 377, nell’ode 14 del “Peristefhanòn” del poeta spagnolo Prudenzio ed infine in un carme del papa San Damaso, ancora oggi conservato nella lapide originale murata nella basilica romana di Sant’Agnese fuori le mura. Dall’insieme di tutti questi numerosi dati si può ricavare che Agnese fu messa a morte per la sua forte fede ed il suo innato pudore all’età di tredici anni, forse per decapitazione come asseriscono Ambrogio e Prudenzio, oppure mediante fuoco, secondo San Damaso. L’inno ambrosiano “Agnes beatae virginia” pone in rilievo la cura prestata dalla santa nel coprire il suo verginale corpo con le vesti ed il candido viso con la mano mentre si accasciava al suolo, mentre invece la tradizione riportata da Damaso vuole che ella si sia coperta con le sue abbondanti chiome. Il martirio di Sant’Agnese è inoltre correlato al suo proposito di verginità. La Passione e Prudenzio soggiungono l’episodio dell’esposizione della ragazza per ordine del giudice in un postribolo, da cui uscì miracolosamente incontaminata.
Assai articolata è anche la storia delle reliquie della piccola martire: il suo corpo venne inumato nella galleria di un cimitero cristiano sulla sinistra della via Nomentana. In seguito sulla sua tomba Costantina, figlia di Costantino il Grande, fece edificare una piccola basilica in ringraziamento per la sua guarigione ed alla sua morte volle essere sepolta nei pressi della tomba. Accanto alla basilica sorse uno dei primi monasteri romani di vergini consacrate e fu ripetutamente rinnovata ed ampliata. L’adiacente cimitero fu scoperto ed esplorato metodicamente a partire dal 1865. Il cranio della santa martire fu posto dal secolo IX nel “Sancta Sanctorum”, la cappella papale del Laterano, per essere poi traslato da papa Leone XIII nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, che sorge sul luogo presunto del postribolo ove fu esposta. Tutto il resto del suo corpo riposa invece nella basilica di Sant’Agnese fuori le mura in un’urna d’argento commissionata da Paolo V.
Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, nella suddetta opera “De Virginibus” scrisse al riguardo della festa della santa: “Quest'oggi è il natale di una vergine, imitiamone la purezza. E’ il natale di una martire, immoliamo delle vittime. E’ il natale di Sant’Agnese, ammirino gli uomini, non disperino i piccoli, stupiscano le maritate, l'imitino le nubili... La sua consacrazione è superiore all’età, la sua virtù superiore alla natura: così che il suo nome mi sembra non esserle venuto da scelta umana, ma essere predizione del martirio, un annunzio di ciò ch'ella doveva essere. Il nome stesso di questa vergine indica purezza. La chiamerò martire: ho detto abbastanza... Si narra che avesse tredici anni allorché soffrì il martirio. La crudeltà fu tanto più detestabile in quanto che non si risparmiò neppure sì tenera età; o piuttosto fu grande la potenza della fede, che trova testimonianza anche in siffatta età. C’era forse posto a ferita in quel corpicciolo? Ma ella che non aveva dove ricevere il ferro, ebbe di che vincere il ferro. […] Eccola intrepida fra le mani sanguinarie dei carnefici, eccola immobile fra gli strappi violenti di catene stridenti, eccola offrire tutto il suo corpo alla spada del furibondo soldato, ancora ignara di ciò che sia morire, ma pronta, s’è trascinata contro voglia agli altari idolatri, a tendere, tra le fiamme, le mani a Cristo, e a formare sullo stesso rogo sacrilego il segno che è il trofeo del vittorioso Signore... Non così sollecita va a nozze una sposa, come questa vergine lieta della sua sorte, affrettò il passo al luogo del supplizio. Mentre tutti piangevano, lei sola non piangeva. Molti si meravigliavano che con tanta facilità donasse prodiga, come se già fosse morta, una vita che non aveva ancora gustata. Erano tutti stupiti che già rendesse testimonianza alla divinità lei che per l'età non poteva ancora disporre di sé... Quante domande la sollecitarono per sposa! Ma ella diceva: "È fare ingiuria allo sposo desiderare di piacere ad altri. Mi avrà chi per primo mi ha scelta: perché tardi, o carnefice? Perisca questo corpo che può essere bramato da occhi che non voglio". Si presentò, pregò, piegò la testa... Ecco pertanto in una sola vittima un doppio martirio, di purezza e di religione. Ed ella rimase vergine e ottenne il martirio”. (tratto da De Virginibus, 1. 1)
Autore: Fabio Arduino

Guaritore del disamore...
















Produci amore. 
Immettilo nel mondo, 

fallo scorrere... 
E diventerai anche tu 

un guaritore del disamore.

Donare una parola...





















"Alla fine, 
ricorderemo non le parole 
dei nostri nemici, 
ma il silenzio dei nostri amici". 
(Martin Luther King).

...il vero amico si accorge sempre quando è il momento di donare la sua parola...

Fiducia che scaccia ogni inquietudine





















E in questa vita, 
la tempesta è quasi continua, 
e la vostra barca
 sempre sul punto di affondare. 
Tuttavia, non dimenticatevi, 
Io sono qui; 
con me, 
questa barca è insommergibile! 

Diffidate di tutto, 
e soprattutto di voi stessi, 
però abbiate in me 
una fiducia totale 
che scacci ogni inquietudine. 
Charles de Foucauld 
dipinto di Annigoni Pietro

Tutto è lecito...!



“Se Dio non esiste, 
tutto è permesso” 

(F. M. Dostoevskij)

..Ovunque Iddio si metta, quello è il suo posto! 
Ovunque io mi metta, quello diventa subito il primo posto... 
“tutto è lecito” e basta!
(F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Garzanti, Milano, 1979, vol. II, pagg. 619, 623 e 680-681)


Dio non è un invenzione dell'uomo, Dio è in ogni uomo che ci si creda o no, perché Dio è amore e l'amore è in ognuno di noi.Questo amore ispira le azioni di ogni uomo verso il bene e sta a questo decidere quale strada scegliere, non esistono persone prive di questo sentimento, esistono persone che non lo sanno ascoltare e in questo la religione e i suoi dogmi ci aiutano, sono come dei cartelli stradali, dei segnali di indicazione, sta a noi decidere poi se seguirli o no.
Dopo qualche ora di riflessione ero giunto alla mia conclusione, non che fossi orgoglioso di me però mi sentivo in un certo senso soddisfatto perché avevo dato una risposta a una domanda che mi aveva veramente fatto pensare a lungo.
Emanuele Vignoli


http://www.orarel.com/etica/dostoev/01_02/5b/5b.htm

Tre versi incisivi di Quasimodo



Ognuno sta solo 
sul cuor della terra
trafitto 
da un  raggio di sole:
ed è subito sera. 

(Quasimodo)

La solitudine, la pena del vivere, la brevità dell'esistenza sono i temi espressi in tre versi incisivi, secondo un modello di essenzialità e di ambiguità semantica, tipici della corrente ermetica.

sabato 18 gennaio 2014

La felicità divisa è raddoppiata
















Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale.
A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo.
Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza.
L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori alla finestra.
L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto.
Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo.
Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza.
Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando.
Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla.
Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
Passarono i giorni e le settimane.
Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno.
L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra.
L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.
Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno.
Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.
Essa si affacciava su un muro bianco.
L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra.
L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro.
"Forse, voleva farle coraggio." disse.

Epilogo: vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.


(L' origine di questa storia è sconosciuta)

Due lupi in noi...


















Ci sono due lupi in ognuno di noi.
"Uno è cattivo 
e vive di odio, gelosia, 
invidia, risentimento, 
falso orgoglio, 
bugie, egoismo." 
"E l’altro?" 
"L’altro è il lupo buono. 
Vive di pace, amore, 
speranza, generosità, 
compassione, umiltà e fede." 
"E quale lupo vince?" 
"Quello che nutri di più".

Indiani Cheroki

Segui il cammino del cuore...



















I Tre sentieri 
Ognuno di noi ricerca qualcosa nel suo cammino, sempre.
C'è chi cerca la ricchezza materiale per potersi sentire al sicuro, per crearsi un futuro fatto di potere e di felicità.
C'è chi cerca l'amore degli altri, quella composta da una famiglia, quella che ti aiuta a sentirti meglio con il mondo, perché ti senti "normale", ti vedi come gli altri ti vorrebbero vedere.
Infine c'è chi cerca la pace interiore, la ricchezza dell'anima, la serenità della mente.
Solitamente queste persone rimangono sole.
Ora ti starai chiedendo quale delle tre stai seguendo tu, oppure quale di questi tre cammini vorresti seguire.
Ebbene ti posso dire che nel primo caso, quello più ambito, quello dove ti senti arrivato, padrone di te stesso, non sei altro che un pupazzo nelle mani del sistema, vivi in una prigione dalla quale non puoi fuggire. Lo chiameremo "il sentiero della mente".
Nel secondo caso, quello più popolato, si vive la vita degli altri, si cammina in un sentiero dove non c' è più terra da esplorare, dove i tuoi occhi vedono altre orme e le seguono, quello è "il sentiero della paura".
Infine c' è colui che ricerca se stesso, un miserabile per il sistema, un essere che non ha ambizioni, privo di ogni responsabilità verso le cose comuni. Pericoloso e allo stesso tempo insignificante per chi percorre il sentiero della mente.
Visto con compassione per coloro che percorrono il sentiero della paura, ma per qualcuno di loro guardato con ammirazione, ma sempre a distanza.
Questo lo chiameremo "il sentiero del cuore".
A questo punto dovresti aver scelto il tuo cammino, ora conosci i tre sentieri che ognuno di noi percorre, senza esclusioni.
-L'uomo rispose dopo alcuni secondi con molta determinazione-
Scelgo il terzo sentiero.
Lo sciamano lo guardò e sorridendo appena chiese il motivo della sua scelta.
Perché ho conosciuto tutti e tre i cammini che hai appena citato.
Ho stretto la mano a tutti e tre i sentieri, ma solo uno mi ha abbracciato.
Ho pianto in tutti e tre i sentieri, ma solo uno mi ha insegnato qualcosa.
Ho cercato la pace in tutti e tre i sentieri, ma solo uno me l'ha data e soltanto uno mi ha portato qui, davanti a te.
Per questo ho compreso che non sei mai solo se segui il cammino del cuore!
di:(M:Maini)